I pellicani bruni americani, durante l’estate 2004, termometro a 43°C in Arizona, hanno avuto un comportamento molto strano. Più di trenta, mentre si lanciavano in picchiata, si sono schiantati al suolo sulle strade e sui marciapiedi delle città. I pellicani bruni americani, una specie protetta fin dal 1972, sono degli eccellenti volatili. Gli scienziati del wildlife hanno pensato a temporanee perdite di orientamento per l’eccessivo caldo. Ma la spiegazione più logica é venuta alla luce. I pellicani sono stati ingannati dal fenomeno ottico del miraggio. Il caldo eccezionale ha arroventato l’asfalto delle strade, tanto da causare fenomeni di miraggio simili a quelli che accadono nel deserto. Le strade appaiono bagnate o ricoperte d’acqua. I pellicani in cerca di cibo sono stati tratti in inganno. Pensando di tuffarsi in un tranquillo corso d’acqua o in un canale navigabile ricco di pesce, si sono schiantati sull’asfalto riportando ferite anche gravi. Ma come mai vediamo dell’acqua sulle strade? Acqua che poi quando ci avviciniamo scompare? E’ il fenomeno della rifrazione. Quando la luce attraversa due sostanze di densità diversa, non procede più in linea retta, come fa normalmente, ma viene curvata. Se osserviamo una cannuccia in un bicchiere notiamo che la cannuccia sembra spezzata. La luce mentre attraversa l’aria meno densa e poi l’acqua più densa, viene deviata. Lo stesso accade nel deserto. Ecco come il miraggio ci fa vedere delle pozzanghere di acqua sulla sabbia. Nel deserto il sole arroventa la sabbia e la sabbia scalda l’aria soprastante. Si creano così due strati di aria: uno più caldo e meno denso a contatto con la sabbia del deserto, l’altro più fresco e più denso verso l’alto. Il raggio luminoso, che reca l’immagine del cielo, attraversa due strati di aria di diversa densità, viene incurvato verso il basso dove l’aria è meno densa e tocca il suolo. E’ qui che viene proiettata l’immagine del cielo. Poi, sempre curvando, l’immagine del cielo giunge ai nostri occhi. Le pozzanghere di acqua sul deserto non sono altro che il cielo che si specchia sulla sabbia.
Giancarlo Bonelli